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I 10 principali motivi per cui le fusioni tra studi falliscono

I 10 principali motivi per cui le fusioni tra studi falliscono

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Data pubblicazione: 09 gen 2024

I 10 principali motivi per cui le fusioni tra studi falliscono

Nel dinamico panorama degli studi professionali, le fusioni rappresentano spesso un'ardua strategia per ampliare competenze, migliorare la competitività e affrontare sfide del mercato in continua evoluzione. Tuttavia, nonostante gli obiettivi ambiziosi e le promesse di sinergie positive, non tutte le fusioni tra professionisti hanno successo.

Molte aggregazioni si scontrano con ostacoli imprevisti che possono minare gli sforzi di integrazione e compromettere la realizzazione dei vantaggi attesi. In questo articolo, esploreremo i 10 motivi principali dietro il fallimento di molte fusioni tra studi professionali. Dall'incomprensione culturale alla gestione delle risorse umane, ci addentreremo nelle sfide che possono minare la buona riuscita di un'unione, offrendo una prospettiva critica e utile per coloro che si apprestano ad affrontare in modo sistematico una fusione professionale.

Attraverso l'analisi e l'identificazione di best practice, cercheremo di gettare luce su come evitare gli ostacoli comuni e creare una base solida per il successo delle fusioni nel mondo degli studi professionali.

Individualismo

Normalmente ciò si manifesta nella riluttanza da parte dei partner di entrambi gli studi coinvolti ad adattarsi al nuovo modo di fare le cose necessarie per far funzionare una fusione. Anche nel caso di una fusione di uno studio molto più piccolo in uno più grande e strutturato, entrambe le parti dovrebbero concedere una certa disponibilità all’ascolto e al cambiamento per consentire la formazione di un team coeso e motivato.

Denominazione dello studio

Il nome definitivo post fusione dovrebbe essere deciso prima che l’operazione sia completata, ma soprattutto è fondamentale una strategia sviluppata su come il cambio di nome verrà comunicato al mercato, parte fondamentale del processo. Esistono molti metodi ibridi come la creazione di un'entità ponte, l'utilizzo del nome precedente come sottotitolo nella carta intestata, la formazione di un nuovo nome combinato a partire da entrambi i nomi e l'adozione di un nome generico.

Cultura

Mentre in una fusione per incorporazione la cultura dello studio di maggiori dimensioni generalmente sopravvive, in studi di pari dimensione è possibile che la cultura peggiore inquini quella migliore. Solo l’adozione di caratteristiche delle culture di entrambi gli studi porterà normalmente a un ambiente migliore dopo la fusione; sarà dunque importante un’analisi delle personalità e delle abitudini di entrambe le realtà, con un percorso ben strutturato di integrazione dello staff e della rispettiva cultura lavorativa. Questi aspetti sono molto importanti e spesso ignorati per dare spazio alla ricerca della sede o al trasloco, che invece sono del tutto secondari rispetto alla coesione culturale.

Gestire il cambiamento senza creare traumi

Pianificare, anticipare e gestire il cambiamento lentamente, ove possibile, porterà a un impatto minore sui clienti e sul personale e può aiutare a massimizzare la fidelizzazione di entrambi i tipi di componenti. Le fusioni senza livelli elevati di coinvolgimento del personale e fidelizzazione dei clienti spesso non hanno successo.

Capacità inadeguata

Nelle fusioni in cui alcuni partner potrebbero presto lasciare lo studio per pensionamento o successione, o in cui è prevista una riduzione del personale, i professionisti devono essere sostituiti subito dopo la realizzazione della fusione. Se lo studio successore non dispone (per quantità e/o qualità)  della maggiore capacità professionale per gestire i requisiti dei nuovi clienti e non riesce a portare a buon fine un eventuale piano di acquisizione di nuove risorse, nella maggior parte dei casi l’accordo finirà per fallire.

Transizione del personale

Il personale è abituato al proprio ruolo, alle aspettative che lo studio ha nei suoi confronti, al livello e ai metodi di retribuzione, nonché ai vantaggi e ai benefit. Mantenere lo status quo per il personale, ove possibile, ridurrà lo stress derivante dal cambiamento di posizione e porterà a una maggiore accettazione e fidelizzazione. Preparare le persone a conoscere altri colleghi e altri soci e a collaborare con loro prima della fusione è fondamentale.

Tecnologia

Normalmente, affinché uno studio risultante dalla fusione possa iniziare a operare in modo efficiente, le piattaforme tecnologiche devono essere rese conformi. Tuttavia, il mancato investimento di risorse adeguate in aggiornamenti, conversioni e formazione può portare a una scarsa esecuzione della transizione tecnologica, causando frustrazione e, alla fine, costi più elevati.

Scarsa pianificazione della transizione

Tutti gli aspetti della transizione operativa devono essere pensati in anticipo. In caso contrario, all'esecuzione verranno dedicate risorse inadeguate e l’avvio della nuova iniziativa potrebbe non essere operativo, causando ulteriore stress al personale e ai clienti.

Impazienza

Occorre agire per priorità e pensare sul lungo periodo. Alcuni cambiamenti devono essere introdotti immediatamente; altre cose possono invece aspettare. Ad esempio, il sistema di scadenze e fatturazione è normalmente uno strumento di gestione fondamentale e deve essere adottato immediatamente, mentre alcuni sistemi di servizio al cliente (come il software di redazione o anche il software di preparazione fiscale) possono essere introdotti gradualmente, soprattutto dopo i periodi stagionali dell'anno più impegnativi. Non forzare il cambiamento fine a se stesso può portare a una migliore accettazione ed esecuzione.

Comunicazione

Quei titolari dello studio aggregato che non riescono a comunicare pienamente ai collaboratori e ai dipendenti le motivazioni del piano di transizione, con rispettivi obiettivi e aspettative, ma soprattutto a chi e come chiedere aiuto e supporto quando necessario, possono ritrovarsi nel tempo con diversi elementi dello staff fuori contesto, infelici o non produttivi.

CONCLUSIONI

In un settore dove la competizione è feroce e la capacità di adattamento è cruciale, le fusioni tra studi professionali si presentano come una strategia di crescita promettente. Tuttavia, la strada verso il successo è costellata di sfide complesse che richiedono una navigazione attenta e una comprensione approfondita. Dall'analisi delle casistiche tipiche esaminate, emerge chiaramente che l'incompatibilità culturale, la gestione inadeguata delle risorse umane e la mancanza di comunicazione trasparente sono tra i principali fattori che spesso conducono al fallimento di queste unioni. Eppure sono spesso gli elementi più trascurati dai promessi soci di un’aggregazione professionale.

In questo contesto, è fondamentale che gli studi professionali imparino dagli errori del passato e adottino approcci strategici e mirati. La chiave per il successo risiede nella costruzione di un solido fondamento culturale condiviso, nell'investimento nella gestione del capitale umano e nella creazione di canali di comunicazione aperti ed efficaci. Solo abbracciando proattivamente queste sfide, gli studi professionali possono sperare di trasformare le fusioni da mere aspirazioni strategiche a successi tangibili e duraturi.

Alla luce di ciò, il nostro auspicio è che questo articolo serva come guida informativa e riflessiva per coloro che si trovano ad affrontare o considerare un processo di fusione. Superare gli ostacoli è possibile, ma richiede impegno, pianificazione oculata e la volontà di imparare dagli insuccessi passati. Solo così le fusioni tra studi professionali possono evolversi da sfide impegnative a opportunità prosperose, forgiando un futuro solido e sostenibile nel mondo in continua evoluzione degli studi professionali.

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